mercoledì 25 febbraio 2009

Cos'è la Battaglia di Santiago?

Per battaglia di Santiago si intende una partita dei mondiali di calcio del 1962 in Cile.
Viene definita battaglia perché è ricordata come una delle più violente partite di calcio (se non la più violenta).
La situazione da un punto di vista sportivo si faceva difficile perché la partita avrebbe deciso chi, tra Italia e Cile sarebbe passata al turno successivo. Il clima da un punto di vista di relazioni internazionali era tesissimo a causa di alcuni articoli di giornalisti italiani sulla capitale cilena, molto povera ed da poco distrutta da un terremoto. Frasi come "...il Cile sul piano del sottosviluppo deve essere messo alla pari di tanti paesi dell'Asia e dell'Africa: gli abitanti di quei continenti sono dei non progrediti, questi sono dei regrediti." e "uno dei paesi sottosviluppati del mondo e afflitto da tutti i mali possibili: denutrizione, prostituzione, analfabetismo, alcolismo, miseria..." infiammarono l'opinione pubblica cilena, inasprendo l'odio nei confronti degli italiani.
Durante la partita un giocatore italiano si rifiutò di scendere in campo per paura; gli altri cercando di ingraziarsi il pubblico entrando lanciarono garofani al pubblico che li ringraziò con un boato di fischi. Il primo fallo venne commesso a 12 secondi dal fischio di inizio. Al 7° minuto ci fu la prima espulsione di un italiano per gioco violento. Ferrini, questo il giocatore espulso, non volle lasciare il campo di gioco e dovette intervenire la polizia locale. Pochi minuti dopo un giocatore cileno si "vendicò" del fallo italiano e commise un fallo altrettanto grave. L'arbitro non lo sanzionò. La partita continuò con molti falli e proteste e discussioni. Al 38° un giocatore italiano commise fallo su un giocatore cileno tirandogli (per sbaglio) una pallonata. Il cileno (figlio di un campione di pugilato) si alzò di corsa e sferrò un pugno all'italiano. L'arbitro non lo sanzionò. Il guardialinee a pochi metri dalla scena non segnalò nulla all'arbitro. Pochi minuti dopo l'italiano restituì la cortesia con un calcio volante. Fu espulso. Poco minuti ancora e lo stesso cileno ruppe il naso ad un altro giocatore italiano. La polizia dovette intervenire altre 3 volte durante la partita. L'italia restò in 9 contro 11. La partita finì 2-0 per il cile. L'arbitro, una volta conclusa la partita e tornato in patria, scusandosi per la prestazione scadente, dichiarò: "Non stavo arbitrando una partita di calcio, stavo recitando come giudice in un conflitto militare."

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