Il ritmo circadiano è inoltre legato in parte alla quantità di luce che colpisce la retina, nuclei di neuroni "oscillatori" sono stati infatti trovati anche nella stessa retina.
Esperimenti condotti su ratti hanno dimostrato che una volta rimossi tali nuclei oscillatori i ratti dormivano lo stesso numero di ore dei ratti normali, ma che il loro sonno era polifasico, cioè senza un ciclo sonno/veglia fisso; i ratti dormivano a intervalli casuali un numero casuale di minuti.
Altri esperimenti condotti questa volta su soggetti umani che hanno trascorso alcuni mesi vivendo in delle grotte, hanno dimostrato che il ritmo circadiano umano è di 24,02h, quasi un giorno, da cui il nome del ritmo (circa=quasi, die=giorno).
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